lunedì 7 marzo 2011

A DREAM OF POE - The Mirror Of Deliverance


Informazioni
Gruppo: A Dream Of Poe
Anno: 2011
Etichetta: Arx Productions
Contatti: www.myspace.com/dreamofpoe
Autore: Mourning

Tracklist
1. Neophyte
2. Os Vultos
3. Lady Of Shalott
4. Liber XLIX
5. The Lost King Of The Lyre
6. Chrysopoeia

DURATA: 51:42

Il progetto A Dream Of Poe torna a farci visita dopo neanche un anno dalla pubblicazione di quel bell'ep che è "Lady Of Shalott" recensito con entusiasmo dal sottoscritto.
La formazione guidata dal polistrumentista Miguel Santos ha fatto finalmente il gran passo dando alle stampe la prima prova studio full "The Mirror Of Deliverance", sei tracce che proseguono il discorso intrapreso con i precedenti, è una maturazione a gradini quella che lenta ma con costanza sta portando avanti il compositore, anche in quest'occasione affiancato da guest per dar voce e abbellire il disco.
Il ruolo di cantante è affidato a Joao Melo a sua volta affiancato dalle backing vocals di Paulo Pacheco (autore dei testi) e António Neves, a Nelson Félix e Paulo Bettencourt invece il compito di metter mano alla solistica, ogni dettaglio è stato curato con minuzia.
Il doom gotico del portoghese è incatenante, trasuda passione e dedizione, poetico ed epico nello svelare all'ascoltatore il lato più recondito e sofferente, le doti che avevano caratterizzato le release antecedenti sono state inquadrate, la messa a fuoco ha permesso a Miguel Santos di esternare una gamma d'emozioni ampia e non solamente legata a una visione forzatamente triste e melancolica.
In certi frangenti di "Os Vultos" il suono della chitarra così limpido e cristallino diviene cullante, sì decadente e magari obliante ma immaginate di cadere da un'altura e arrivare al suolo come se l'aria vi accompagnasse al pari di una piuma che ondeggia poggiandosi delicatamente, è questa la sensazione che mi ha trasmesso.
L'opener "Neophyte" e "Liber XLIX" han girato a ripetizione, nell'istante stesso in cui prendevano vita la parola "saudade" faceva capolino fra i pensieri, espanse, affascinanti e colme di grigiore come chi con lo sguardo fisso nel vuoto immagina ciò che non potrà più riavere con sè.
La voce prova a ribellarsi inasprendosi, mutando il canto pulito e sussurante in un growl greve, minaccioso, strisciante che viene riassorbito da una quiete spirituale che attanaglia, cade a pennello quindi la scelta di riproporre una "Lady Of Shalott" forgiata da questo vissuto altalenante, un raffinato figlio della dimenticanza si nutre grazie a un mantello grigio quasi funereo che assorbe la luce.
Il fatto che "The Lost King Of The Lyre" si assesti solo sui cinque minuti non vi tragga in inganno, il suo incipit che scoperchia leggermente l'aria sommessa, suadente e intrisa di misticismo è un breve ed indovinato diversivo teso a risvegliare l'attenzione, la traccia (i Paradise Lost spuntano improvvisi) è un buon antipasto, piazzata lì per stuzzicare in modo che incrociando la corazzata "Chrysopoeia" si sia pronti a tenerle testa.
I quasi dodici minuti della canzone conclusiva "The Mirror Of Deliverance" sono pari a una centrifuga sentimentale, è un colosso che si muove in punta di piedi, che vaga per gli angoli sperduti dell'animo umano celato dall'oscurità, la musica presenta molte delle soluzioni già sviluppate negli episodi che si son succeduti prima d'essa, sono una serie d'innesti (il pianto e la pioggia) e il continuo variare umorale delle linee vocali, in certi momenti talmente solenni da renderla un vero spettacolo, a ricordarmi che sono arrivato alla fine e cala virtualmente un sipario dai drappi neri a chiusura dei giochi (fa scena eh).
"The Mirror Of Deliverance" è un disco soave quanto rabbioso, la consacrazione tanto attesa dagli A Dream Of Poe è finalmente giunta con un album il cui unico scopo è entrare in casa vostra, far parte della collezione che curate con passione guadagnandosi il posto non per casualità ma per merito, ascoltatelo, sono convinto che un acquisto simile potrà solo arricchirla.

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