lunedì 21 febbraio 2011

BURN BLUE SKY - Celebrate The Decline


Informazioni
Gruppo: Burn Blue Sky
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/burnbluesky
Autore: Mourning

Tracklist
1. Neo Cortez
2. All Fade Away
3. The City Streets
4. Cigarettes And Friends Long Dead
5. Heathen
6. Burning Blue
7. (Life In) Quarantine
8. Celebrate The Decline

DURATA: 44:02

Il nome Burn Blue Sky probabilmente a tanti non dirà nulla eppure la band di Akron (Ohio) è in giro ormai da un po', dopo aver pubblicato un primo album omonimo nel 2005 se l'è presa con calma per fornirci una nuova attestazione della propria attività, è infatti dell'anno passato il successore rilasciato sempre tramite autoproduzione dal titolo "Celebrate The Decline".
Possiedono un sound vario, attingono dallo stoner di gente come Masters Of Reality, l'heavy di B.L.S. e quello in forma grunge degli Alice In Chains, l'alt. metal dei Life Of Agony (Keith Caputo e soci, quanto son sottovalutati 'sti ragazzi) e un addittivo anselmiano che aumenta la carica nei pezzi.
L'importante non è quante influenze si possono riscontrare ma l'uso che si fa del materiale in proprio possesso e posso dirvi sin da ora che questo disco non ha passaggi a vuoto.
Le otto tracce sono altamente fruibili, trascinanti, il combo composto da Ben Bivens (voce), i fratelli McGranahan (Gabe al basso e Beau alla batteria) e il duo Jason Stone/Mike Carlton a ricoprire il ruolo d'asce è una macchina del tempo che rimanda agli anni Novanta senza mezzi termini, il sound è intriso di quel tipo di sensazioni vibranti e irruente che caratterizzavano la Desert scene, il grunge, il Texas di quel periodo in mano alla scalata di Phil Anselmo ai vertici del metal mondiale, il tutto frullato, shakerato e riversato in un album che, venato da momenti blues, rock'n'roll andante e libertà assoluta d'esporsi, scarica adrenalina e si ferma a riflettere senza mollare la presa.
Brani come "Neo Cortez", "All Fade Away", "Cigarettes And Friends Long Dead" mostrano il lato frenetico, sfacciato e la voce non rinuncia a presentarsi gutturale appesantendo la situazione, ciò che fa davvero la differenza è il contorno, le basi evitano la staticità, cambiano spesso e volentieri aspetto alternando e rimescolando il background musicale (ampio) su cui fanno affidamento e facendo intravedere lo zampino di chi le ha tirate su.
I refrain sono orecchiabili e si ricordano con facilità, gli inserti d'organo che più volte si presenta nelle retrovie e si ritaglia uno spazio più adeguato in "Cigarettes And Friend Long Road", le scie blues di "The City Streets" e l'animo delicato andante di una "(Life In Quarantine)" che aumenta i ritmi col passare dei minuti sono particolari studiati per dare quell'effetto retrò seducente della cultura nineties, le canzoni vantano tutte una caratteristica personale che le renda riconoscibili e facilmente assimilabili all'orecchio e anche sotto l'aspetto melodico si rivelano più che apprezzabili.
Prendete "Heathen", ha un guitarworking pazzesco eppure infila quella sequenza tranquillizante che ti fa respirare, un momento in cui ricaricare le pile prima dello sfogo successivo lasciando alla titletrack posta in chiusura l'onere di porre la parola fine alla prova con un'esecuzione dai rimandi nettamente Alice In Chains, fantastica.
"Celebrate The Decline" è un buon album, la prestazione strumentale e vocale è rappresentativa della maturità raggiunta e le sfaccettature di cui è fornito lo renderanno appetibile a più fasce d'ascoltatori, chi abitualmente fruisce di proposte similari metta in lista come acquisto papabile i Burn Blue Sky, se lo meritano.

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