lunedì 31 gennaio 2011

PROGETTO SOMMOSSA - Anipocritotopia

Informazioni
Gruppo: Progetto Sommossa
Anno: 2011
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/progettosommossa
Autore: 7.5-M

Tracklist
1. The Asylum
2. The Slaughterhouse
3. The Convent
4. The Sanatory
5. The Warehouse
6. The Fleshpot
7. La Cavalcata Delle Valchirie MILF
8. The Cathedral (Autoritratto)

DURATA: 26:19

E' ora di finirla di pensare che il contenuto non sia importante quanto la forma. E' una tendenza che noto sempre più spesso, trovo diffusa, e depreco. Il contenuto è forma, e viceversa. Questo lavoro degli italiani Progetto Sommossa, a quanto pare una one-man band, in quanto a forma musicale risulta orecchiabile: lo strumento principale è una drum machine dalle ritmiche catchy, condite con qualche synth e accompagnate da bassi (come nella Drums'N'Bass).
E fin qui il lavoro rimane apprezzabile, come rimane apprezzabile l'utilizzo di loop di percussioni e strumenti tradizionali (vedasi “The Warehouse”, forse il pezzo migliore del lotto, quasi electro-indie, se non fosse per il finale metalleggiante). Ma quando cominciano a subentrare campionamenti cinematografici riguardanti i classici temi di certi ambiti black metal, blasfemi (fintamente), pornografici (superficialmente), misogeni (banalmente), vi lascio immaginare che l'interesse cominci a calare. La vena ironica che qualcuno potrebbe trovarci non è per nulla pronunciata. Se di ironia si tratta i Progetto Sommossa non sono capaci di mostrarla. Inoltre troviamo anche interventi di elettronica alquanto discutibili, come la Wagneriana cavalcata delle valchirie in versione sintetica, che rimanda in un certo qual modo alla colonna sonora di "Arancia Meccanica", ma senza quello spessore (è facile trovare delle partiture midi di questo pezzo famoso, ed inserendole in uno qualsiasi dei programmi per la creazione di midi si può creare un pezzo in cinquanta secondi), quella ricerca che c'è dietro al capolavoro kubrickiano. Inoltre ci si accorge dopo alcuni momenti che anche la programmazione spesso risulta ruvida, poco raffinata. Insomma un lavoro in cui il contenuto diventa forma, ed è una forma superficiale. In questo modo viene penalizzata anche la parte migliore della forma, cioè il lato musicale, che a volte rimane davvero nell'orecchio, catchy, come dicevo prima, e fa la sua figura.
Non mi si venga a dire che questa mia recensione è indignata, e perciò ha suscitato la reazione che l'artista voleva si provasse nei confronti del suo lavoro (leggendo le affermazioni nel booklet mi sembra già di intuire una risposta del genere). Io non sono indignato. Né tantomeno questo lavoro è sovversivo. Sono semplicemente poco interessato perchè mi trovo di fronte ad un album poco interessante.

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