lunedì 17 gennaio 2011

11 AS IN ADVERSARIES


Informazioni
Autore: Akh.

Formazione
J. - Voce, Chitarra, Basso
G. - Batteria


Salve ragazzi benvenuti su Aristocrazia Webzine, nonostante il vostro lavoro sia l'esordio non si puo' certamente dire che siate due novizi, ma parlateci un po' di come nasce questo vostro nuovo progetto e la storia nei suoi momenti chiave.

G: 11 As In Adversaries nasce dopo un'attenta riflessione e la decisione di andare oltre le barriere che un genere musicale definito per forza di cose impone. Originariamente questo doveva essere il quarto album del Glorior Belli, band in cui sia io che J. militiamo ma una volta che il disco è stato completato ci siamo trovati di fronte ad un complicato dilemma. J. nel corso degli anni ha avuto mille problemi nel trovare persone capaci e fidate che dessero alla band un tono dal punto di vista di presenza, professionalità ed effettive capacità di suonare lo strumento e dopo varie brutte esperienze, tour annullati e tante delusioni ha deciso di prendersi una pausa e mettersi a lavorare su materiale completamente diverso. J. aveva perso completamente la voglia di andare avanti col Black Metal e si era deciso a dare una netta sterzata alla band, musicalmente parlando. Quando mi ha contattato (su suggerimento di un nostro amico comune) e mi ha chiesto di aiutarlo ho ovviamente accettato data l’alta qualità del nuovo materiale ma ho anche fatto pressioni per poter suonare ancora il vecchio materiale dal vivo prima di dare alle stampe il nuovo, e così è stato. Non mi vergogno di ammettere che sono stato una sorta di terapia per J. riuscendo a risvegliare in lui la voglia di rimettersi in gioco col Black Metal, facendogli assaporare una ventata di aria fresca, di entusiasmo e voglia di fare. A questo punto però è sorto il problema: J. ha ricominciato a scrivere materiale Black Metal e di pregiatissima qualità. Che senso aveva allora stampare un album anni luce lontano dal sound della band in un simile clima di ritrovato benessere? Dopo averci pensato un po’ su abbiamo deciso di utilizzare quel materiale come l’inizio di una nuova avventura dove i limiti e gli eccessi la facessero da padrone, infischiandocene totalmente delle regole, degli schemi e di quello che potesse pensare la gente. In questo modo l’album non avrebbe dovuto confrontarsi con i lavori precedenti così distanti, ma brillare di luce propria lontana da qualsiasi tipo di critica ottusa e coi paraocchi dovuta allo strascico di un nome ormai non più consono. Così nascono gli 11 As In Adversaries, e così tornano in vita anche i Glorior Belli.


Come è stato scelto il vostro nome? Sullo space date una chiave di lettura sul vostro particolare monicker, che relazione è secondo voi questa: 11 come Purezza, Ribellione, Contrapposizione, Luce? Cosa nasce da questa equazione? Mi pare chiamata in causa anche la Cabala, cosa serve e che relazione si puo' trovare (se ce ne è una) fra i vostri brani e i numeri?

J: Il significato del nome si nasconde all’interno del contesto numerologico dove 11 sta per "ciò che è oltre il 10". I numeri da 1 a 10 rappresentano la legge e l’ordine e il completamento cosmico, l’11 è la manifestazione della libertà e della ribellione e per la sua magia può portare una persona a non seguire le limitazioni impostate dal demiurgo. Se fate attenzione ci sono 11 lettere nella parola "adversaries", quindi "11 As In A D V E R S A R I E S".


Il vostro primo lavoro doveva uscire inizialmente come quarto album dei Glorior Belli, non credevate che i Glorior Belli potessero sopportare questa evoluzione luminosa? Creando di fatto questo figlio filosofico e musicale? Che relazione nasce fra i due gruppi tenedo conto che comunque hanno la medesima mente come origine e provenienza?

G: Credo di averti già risposto in parte nella prima domanda: le menti possono essere anche le stesse, ma è la possibilità di spaziare oltre che fa la differenza. Siamo musicisti molto aperti musicalmente e non abbiamo paura di esplorare territori lontani, ma volevamo che questo album, a nostro avviso più che meritevole, venisse accolto dalle persone senza uno strascico incongruente col suo cammino. Inoltre ad un certo punto abbiamo capito che sarebbe stata proprio la diversità la sua possibile rovina se dato in pasto a persone che non avessero avuto la voglia di capire. A livello lirico il disco è assolutamente identico al cammino filosofico intrapreso dai Glorior Belli solo che musicalmente si espande in altri territori liberi da schemi vecchi, goffi e difficili da sradicare. Con questo non intendiamo assolutamente criticare il Black Metal di per sè, dato che rimane il nostro genere musicale preferito e quello che suoniamo con maggiore entusiasmo, passione e devozione, ma è indubbio che le regole che lo hanno disegnato è giusto che rimangano più o meno quelle che sono. Non siamo qui a cercare di riscrivere la storia, stiamo solo cercando di suonare la musica che ci piace senza dover per forza combattere in due contro un esercito.


L'esperienza che vi ha condotto al Metal ed al BM? Cosa vi ha davvero fatto pensare: questa è la mia strada?

G: Sono sempre stato interessato alla musica, passione che la mia famiglia purtroppo non ha mai condiviso con me. Le copertine degli Iron Maiden suscitarono il mio interesse di bambino quando avevo all’incirca otto anni e ovviamente la musica dopo ha fatto il resto. A nove avevo già tutta la loro discografia, a dieci avevo già iniziato a spaziare con Motorhead, Megadeth, Metallica etc. Il metal estremo è arrivato dopo con Sepultura, Obituary e Cannibal Corpse ma sono stati i primi lavori di Impaled Nazarene, Immortal e Darkthrone a cambiare le carte in gioco nel ‘92-‘93. Da allora non sono più riuscito a distaccarmi da questo genere che nel bene o nel male ha forgiato la mia esistenza. Credo che il primo attaccamento al genere sia abbastanza superficiale e direttamente correlato all’immagine grottesca, cupa e misteriosa che sprigiona, ma chi segue il genere seriamente sa che c’è molto altro dietro. Al di là delle stupide rivendicazioni adolescenziali contro la religione, la società e le mode, che sembrano essere il male di questo secolo per lo stupido metallaro medio che c’è in circolazione, c’è qualcosa di molto profondo e di radicale che scuote l’anima da dentro, come un terremoto, quando vi si viene in contatto. C’è una sorta di spiritualità velata che cammina di pari passo con la musica. Credo che il Black Metal assieme al Punk siano un po’ gli unici generi che non suoni solo per divertirti ma per portare avanti un discorso filosofico/morale ben definito e che speri sia capito e intercettato dalle persone giuste. E’ normale che la stragrande maggioranza non capisca tutto ciò o si avvicini al Black Metal solo per l’immagine ma questo è il prezzo da pagare che chi ci crede davvero mette in conto da anni ormai. Il Black Metal non è solo musica ed è questo che lo ha sempre reso e rende tuttora grande e interessante agli occhi di un ormai quasi trentatreenne come me.


In cosa differisce l'approccio utilizzato per la composizione tra i Glorior Belli e gli 11 As In Adversaries?

G: L’approccio è totalmente diverso ovviamente perché se in Glorior Belli cerchiamo di scrivere musica seguendo le coordinate del Black Metal, per 11 As In Adversaries seguiamo semplicemente il nostro istinto spaziando a 360° quindi se da un riff metal scaturisce un proseguo Jazz/Fusion ad esempio, non lo scartiamo per mantenere una coordinata ben precisa, ma anzi, cerchiamo di valutarne subito la follia compositiva per proseguire poi in maniera ben più oltraggiosa.


I Glorior Belli influenzano gli 11 As The Adversaries e viceversa?

G: No, musicalmente direi che sono due entità completamente differenti e distinte.


Che tipo di rapporto vivete con la musica? Potreste dirci i vostri piani futuri?

G: Un rapporto morboso, una relazione carnale e possessiva a senso unico. Una sorta di dialisi per purificarsi il sangue e vivere meglio. Viviamo alla giornata, non ci piace pianificare le cose diciamo con una visuale che non superi i sei mesi dal presente in cui viviamo. L’effetto sorpresa deve sempre e comunque produrre un brivido, altrimenti non c’è gusto nel vivere il presente.


Com'è la vita degli 11 As In Adversaries al di fuori dell'attività band e dei suoi impegni? Quali sono i vostri interessi extra musicali?

G: Posso parlarti di me: sono una persona malata e come tutte le persone malate che hanno una mania o un’ossessione compulsiva, io non riesco a vivere senza la musica. Non lo so perché sono così ma so perché non potrei essere altrimenti: sono una persona passionale, mi piace prendere in considerazione delle sfide per migliorarmi, mi piace dare il massimo e dimostrare a me stesso che i limiti sono stati creati solo per essere superati. Capirai quindi che non ho alternative, non riesco a concepire la musica e le mie altre attività musicali come un hobby temporaneo ma come parte fondamentale e principale della mia vita. Ho un lavoro, una famiglia, una ragazza che amo, ma la mia mente è sempre lì che macchina, studia, scompone e ricompone, elabora, finalizza e conclude. Magari un giorno riuscirò a fermarmi, lo spero, ma adesso non so come fare. I miei interessi extramusicali sono l’elettronica, le tecniche di registrazione audio e i viaggi, ma come puoi vedere, sono ovviamente correlati alla musica.


Cosa ne pensate della scena estrema odierna?

G: Ci sono poche cose estremamente valide e molte, le più, da buttare. Non riesco ad apprezzare una musica senza significato, quella musica fatta tanto per fare senza una vera e propria motivazione, così come quella fatta solo ed esclusivamente per ottenere risultati da sbandierare per poter placare un qualche tipo di ego da povero frustrato che sembra essere molto in voga in questo periodo. Sembra che si sia persa la misura ma soprattutto l’orgoglio e la dignità. Ho visto band che non credono in quello che fanno, chi non condivide i testi che canta, chi non conosce gli argomenti di cui va parlando, chi suona per farsi vedere, chi si atteggia da rockstar dopo un disco, chi suona per racimolare un po’ di ragazze e passare una nottata con brio, chi suona pagando tutto e tutti per farlo o per finire in festival, tour e giornali che altrimenti di certo non gli avrebbero dato spazio. Ogni giorno sento storie assurde qua e là e mi viene da pensare che si siano perse veramente le staffe. Forse così come per il consumismo in generale anche le persone che gravitano intorno all’ambiente della musica vogliono tutto e subito e non vogliono perdere tempo con la gavetta. Un tempo realizzavi un disco se te lo meritavi, adesso paghi e tutto si risolve molto velocemente. Non riesco a tollerare molto chi vede l’arte in questo modo e di chi ne fa un’arma per futili e miserabili motivi. Non a caso ho ridotto la mia collezione personale di dischi di 2/3 dopo che ho conosciuto personalmente la maggior parte della gentaglia che gira in questo ambiente. Per fortuna c’è ancora chi suona con passione e chi lo fa perché sente il bisogno di farlo, nonostante tutti i problemi e le difficoltà che questo può significare. Quando trovi le persone come te l’amicizia dura in eterno.


Cosa ne pensate dei social network? Pensate che siano utili o che rovinino la scena?

G: Sono gli uomini che rovinano la scena, non di certo i social network. Se metto su un tavolo una pistola non è detto che qualcuno debba usarla per forza, potrebbe anche rimanere lì per anni e marcire nella ruggine ma a qualcuno sono sicuro che verrebbe in mente di usarla, ovviamente per futili e disastrosi motivi. Sono gli uomini i responsabili del degrado, non di certo i loro mezzi. I social network rendono la musica più facile da ascoltare e facilitano un utente medio a navigare nel marasma e trovare quello che sta cercando ma il problema è proprio l’utente medio della musica, non il social network. Se i social network non esistessero si troverebbe comunque musica facile da scaricare grazie a un click. Conosco persone che hanno 600-700Gb di mp3, discografie intere ma non hanno neanche un disco originale. Io non so come si faccia a vivere così, a non trovare piacere nel comprare un disco originale, toccarlo con mano, guardare i dettagli della copertina, leggere i testi, apprezzare un suono naturale non compresso. Non so come si possa fare ma lo fanno. Quelle sono le persone che rovinano la scena, non di certo le macchine che gli hanno dato la possibilità di farlo.


Ho avuto modo di ascoltarvi in quel di Empoli dove sono rimasto assolutamente affascinato dalla vostra presenza e compattezza, infatti devo dire che avete riscosso un buon successo, perche' pero' esordire con quella frase? Che rapporto avete con i vostri sostenitori?

G: Quale frase? Ti ringrazio dei complimenti, sì effettivamente è andata bene calcolando che è stato il nostro primo concerto assieme con quella formazione e che i pezzi che abbiamo suonato li abbiamo provati assieme solo il giorno prima. Io non avevo ancora visto J. di persona prima del concerto di Empoli, avevamo sempre e solo lavorato a distanza. Dovevamo tenere un concerto in Germania un mese prima ma è successo un casino incredibile e abbiamo suonato senza di lui, ma con una formazione diversa haha. Il nostro rapporto coi sostenitori è sicuramente chiaro, anzi cristallino, coi piedi per terra e di assoluto rispetto. E’ solo grazie a loro se esistiamo e non ce ne dimenticheremo molto facilmente.


La migliore e la peggiore esperienza che avete avuto on-stage?

G: Il nostro miglior concerto è stato quello di Parigi a settembre del 2010, locale pieno, concerto sold out (abbiamo dovuto buttar fuori venticinque persone perché i posti erano limitati e dentro non ci si muoveva), suoni validi e pubblico in delirio. Abbiamo suonato la nostra ora di show senza nessun problema e abbiamo eseguito i brani in maniera decisa e decisamente buona, sono veramente soddisfatto, ci siamo divertiti. Il concerto peggiore che abbiamo o almeno che dovevamo fare assieme e che reputo non il peggiore, ma il più strano è stato proprio l’Under The Black Sun Festival di Berlino, dove tra l’altro suonavamo da headliners. Te la faccio in breve: J. è stato fermato all’aereoporto dalla polizia tedesca e per via dei suoi indumenti per il concerto (cappuccio e make-up) e dei cd che aveva in valigia (con caproni satanici in copertina), è stato accusato di terrorismo e rispedito indietro in Francia senza la possibilità di avvertirci! Noi eravamo là dal giorno prima perché volevamo goderci entrambi i giorni del festival e abbiamo saputo dell’accaduto solo il mattino del secondo giorno, quando di lì a poche ore avremmo dovuto suonare. Morale della favola: mi sono imparato i testi della scaletta che dovevamo suonare in mezza giornata e con l’ausilio di alcuni fogli sono riuscito a sostituirlo alla voce per quasi tutto il concerto. Non è facile suonare batteria/voce di per sè ma immaginati farlo con pezzi che hai imparato in un giorno e con testi che non sono i tuoi! Alla fine però me la sono cavata bene, il pubblico è stato molto contento e ci hanno ripetutamente ringraziati per non aver annullato lo show. Per me è stata una bella esperienza, per J. non credo quindi possiamo catalogare questo concerto come in assoluto il peggiore per lui! Ahahah!


Quando potremo rivedervi in Italia?

G: A febbraio 2011 partiremo per un tour europeo che farà tappa anche in Italia, se non ricordo male le due date sono Parma e Gorizia, per i dettagli consiglio di consultare il myspace della band all’indirizzo www.myspace.com/gloriorbelli.


Com'è la situazione in Francia? Mi pare siano molto cambiati i tempi rispetto a quando le LLN terrorizzavano l'ambiente francese, cosa ne pensi in merito?

J: Questo non è più un periodo di terrore qui in Francia ma una sorta di "Illuminismo", finito in una violenta Rivoluzione. Riporteremo indietro un intenso clima di insicurezza e dubbio. For we are the initiators of the black Flame, agitating the Glorious theme and spilling the poison in the Orthodox stream. ("Perchè noi siamo gli iniziatori della nera Fiamma, scuotendo la Gloria e versando il veleno nella corrente dell'Ortodossia".)


Quale band di vostri connazionali e non vi sentireste di suggerire come ascolto e che secondo voi hanno qualcosa da dire qualcosa?

J: La scena francese è stata veramente produttiva negli ultimi anni e devo dire che è composta da grandi personalità che hanno condiviso le loro visioni malate, credo sia una parte della nostra cultura, sempre in contatto con il bisogno di creare. Se devo fare qualche nome potrei citare Deathspell Omega, Blut Aus Nord, Vorkreist, Svart Crown, Celeste, ci terrei a consigliare gli Eibon, persone eccezionali e musica veramente oppressiva e cupa. Comunque ce ne sono parecchie di band da queste parti e io non sono la persona giusta per dire cosa dovete o non dovete ascoltare.


Cosa ne pensate in particolare dei vostri connazionali Deathspell Omega? D del relativo filone religiuos Bm? Vi sentite parte di questo filone, se sì oppure no come mai?

J: Non appartengo a nessuna scena, ho abbandonato il circo del Black Metal. Sicuramente i Deathspell Omega sono una grande band ma è abbastanza deprimente parlare di questo.


Provate a trovare tre aggettivi per le seguenti parole: Satana, Luce, Jahve, A. Crowley, Musica, Disarmonia, Gnosticismo, 11 As The Adversaries.

J: Controversia, Ferocia, Estasi.


Grazie per il tempo dedicatoci, un ultimo messaggio per i nostri lettori, quindi a voi l'ultima parola...

J: Abbiate timore di ciò sta al di là del DIECI!

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