lunedì 26 luglio 2010

NIGHTPRAY - Dreamocracy

Informazioni
Gruppo: Nightpray
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/nightpray
Autore: Mourning

Tracklist
1. Light's Out
2. Start On The Run
3. September Highways
4. Falling
5. Intermission: Learning To Feel Less
6. The Long Distance Passenger's Anthem
7. Shadow's Apartment
8. Black Coffee With Purple Dust
9. Eulogy In Croack Flat
10.How Many Days, How Many Fairytales
11.Door 11

DURATA: 38:27

Ascoltando il myspace dei rumeni Nightpray rimasi notevolmente colpito dalle tracce nel player anche se come si sa purtroppo la qualità massima che è stata disposta per caricarle non è che sia poi granché. Decisi allora di contattare la band che rispose prontamente indicandomi dove poter scaricare i loro lavori.
La line up è composta da personaggi più o meno noti fra cui spiccano i nomi di Costin Chioreanu conosciuto nel panorama per la sua Twilight13media design che ha collaborato e collabora con act importanti fra i quali Ulver, Summonining, Grave e Aura Noir (per citarne un paio) nel ruolo di chitarrista, Mr. S dei Satanochio come cantante e il bassista Clandestine dei Dødheimsgard.
"Dreamocracy" è il secondo album, succede al debutto "Five Hours Before And Sometimes After" che a sua volta aveva segnato la rinascita di un percorso dalle ceneri della Subway Night Orchestra.
Il genere con cui si presentano è di difficile catalogazione visto che non ci sono linee guida precise, dal jazz al rock sperimentale, dal black metal all'ambient passando per atmosfere gotiche, le undici composizioni si snocciolano facilmente in quanto molto piacevoli all'udito prestandosi anche a un ascolto leggero di compagnia ma per entrarvi dentro provando ad immedesimarsi nei vari stati d'animo e godendo delle variazioni costanti il numero degli on air varierà costantemente a seconda della vostra libertà mentale e pazienza nel dar loro attenzione dovuta.
Il viaggio sonoro inizia con le note di una scura e strumentale "Light's Out" che prepara la strada per "Start On The Run" in cui la melodia affonda le radici in una natura darkwave ottantiana dolciastra sorretta e innalzata dalla vocalità sofferta di Mr S.
Le succedono "September Highways" e "Falling", brani che sembrano ripercorrere la strada del goth/rock anche se l'emotività trasmessa ha fattezze post nella sua grigia e cocente malinconia, tocca quindi a "Intermission: Learning To Feel Less" porre il primo tassello per un cambio musicale che si stava già evolvendo all'interno ponendosi come una ambient song che quieta i ritmi azzerandoli.
"The Long Distance Passenger's Anthem" ha quindi il compito di ridare forma viva all'album in corso, alternando attimi di calma con altri di spinta hardcore che s'intrecciano dinamicamente altalenanti in un mix d'aggressività e melodia ma che qualcosa si stia modificando è evidente tanto che in "Shadow's Apartment" entreranno a far presenza anche chitarre post rock ad arricchire un piatto già di per sé colmo.
Più si va avanti e più S va fuori di testa vocalmente, si arriverà al punto che la sua prova diventi talmente divertita nella follia interpretativa da richiamare quella di un saltimbanco o un clown in "Eulogy Croack Flat" preceduta da una "Black Coffee With Purple Dust" dove s'intrecciano elementi jazzy, due pezzi brevi ma che mettono in mostra ancora altre sfaccettature di una formazione che non ama fossilizzarsi, questo è ormai palesemente chiaro.
Si è quasi giunti sul finire e "How Many Days, How Many Fairytales" allenta la presa, il post rock atmosferico di cui la traccia è portatrice è sognante dolciastro, solo Mr. S continua a infierire grevemente, il contorno è costruito a preludio di una "Door 11" slowly con buona espressività che conclude un album in più momenti esaltante.
Oltre ai tre componenti precedentemente citati c'è sicuramente da rendere merito al batterista Napalm, la sua prestazione dietro le pelli è di quelle che fanno la differenza sia per la dinamica costantemente variegata e personale, sia per le scelte ricercate come impatto o atmosfera intraprese con "September Highways", picco della prova personale.
I Nightpray ci offrono un disco che vale la pena mettere su tante e tante volte, da poter sezionare e scoprire sempre diverso passando dalla follia alla morbosità, dall' intimità all'avanguardismo scanzonato come nulla fosse.
Consiglio quindi "Dreamocracy" a tutti coloro che hanno bisogno di farsi un bel trip in posti dove la catalogazione è superflua ed è l'arte a dirigere le emozioni, geniale.

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