lunedì 19 luglio 2010

HOGJAW - Ironwood

Informazioni
Gruppo: Hogjaw
Anno: 2010
Etichetta: Swampjambea Music
Contatti: www.myspace.com/hogjawband
Autore: Mourning

Tracklist
1. Rollin Thunder
2. Blacktop
3. Three Fifty Seven
4. Ol' Slippery Willie
5. County Line
6. Ain't Ever Gonna Win (Without A Little Bit Of Sin)
7. Two Guns
8. Walkin
9. Flathead
10. Hornswogglin

DURATA: 49:52

Portatori sani di Southern Rock, questa è la definizione più adatta per gli Hogjaw, la band americana proveniente dall'Arizona, arrivata al secondo lavoro con "Ironwood", si cimenta in una prova a base di whisky, aria calda del sud e tanto rock che di frequente appoggia le sue basi sulle ali del movimento seventies.
Dieci tracce goderecce che offrono pezzi dotati di una forte carica come l'opener "Rollin Thunder", antipasto succulento per una doppietta efficace formata da "Blacktop" dall'umore malinconico, il cui riffato si estende lasciando un retrogusto amaro con la voce di Krysti Lyn a supportare l'emozionante chorus e da "Three Fifty Seven", vivace e con una sei corde realmente mozzafiato sia nella fase di costruzione del pezzo sia quando si lancia in assolo, le tastiere inserite da Andy Francis come tappeto non fanno altro che enfatizzarne l'incedere coinvolgente.
Che i maestri dello stile abbiano lasciato il segno in un album come "Ironwood" è evidente e sarebbe anche strano non notare un minimo di presenza di gente come ZZ TOP, Molly Hatchet o Lynyrd Skynyrd in un disco di southern, imbattersi quindi in una "Ol' Slippery Willie" non fa che confermare quanto l'amore per tali act non sia scemato col tempo, il brano è classico sino all'osso e vede la presenza di female vocals ad opera di Amanda Peachey. A seguire prende forma la ballad "County Line", poteva mancare un brano simile? Melodie in pieno stile del sud e un assolo finale da lacrime di piacere e qui gli Skynyrd lo zampino ce l'han messo.
Il disco scorre disinvolto rilasciando un'alta concentrazione adrenalinica, i ritmi si rialzano con "Aint'Ever Gonna Win (Without A Little Bit Of Sin)", spietata sin dall'iniziale intro con quel campanaccio a scandirne l'entrata, non vi è una nota fuori posto in un pezzo che è una delle vere hit, la voce è al massimo della resa e le sei corde non hanno intenzione di smettere di regalarci assoli da infarto.
Siamo a più di metà del platter e l'aria è densa, l'odore del whisky è sempre più intenso, "Two Guns" ci attende al varco, immaginate uno scontro fra pistoleri fuori da un saloon e il brano che gira a palla nelle vostre orecchie, la steel guitar di John "J.R." Richard, già presente nella seconda "Blacktop", n'è elemento fondamentale, tale strumento noto anche come Slide Guitar viene usato frequentemente nel blues e nel country.
La sua versione elettrificata ha visto artisti come Ry Cooder e David Gilmour (se non conoscete questi artisti fate un mea culpa grande quanto l'universo) farne uso principale o come contaminazione delle loro composizioni.
Prossima tappa: "Walkin", un mid tempo rock che si snoda fra l'essere una ballad e momenti animati minacciosi, seguita da "Flathead", una di quelle canzoni che fanno saltare la testa, indiavolata ricorda lo stile di Charlie Daniels, un hard rock da cui lasciarsi trasportare, è la cosa più semplice da fare. Ancora partecipazioni, la grande famiglia vede unirsi alla festa Rob Toner e Steve "SteaK"Larson", il secondo oltre alla voce ci mette anche l'uso di una Dobro (chitarra resofonica).
La parola fine è affidata a "Hornswogglin", unica traccia registrata nello studio del batterista live, suono imperfetto ma "reale".
Nello scrivere di "Ironwood" ho citato i vari guest che supportano la prestazione degli Hogjaw ma è sacrosanto rendere merito alla formazione che vede dietro al microfono Jonboat Jones (anche chitarrista), voce non priva di pecche ma che vanta un'espressività forte, caratteristica fondamentale per il genere proposto e Kreg Self (chitarra solista), che dire di uno che riesce a farti godere appena mette nota nel pezzo? Ascoltate e capirete.
La sezione ritmica affidata a Elvis DD (basso) e Kwall (batteria e cori) è compatta, incessante e sforna basi che stendono il tappeto rosso alle chitarre, cosa si vuole di più?
Il southern rock è linfa vitale per chi sogna l'America sconfinata, se siete fra questi e la Rebel Flag vi ha da sempre infiammato, "Ironwood" non può assolutamente mancare nella vostra collezione: buy or die!

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