lunedì 8 marzo 2010

ELEGY - Lost

Informazioni
Gruppo: Elegy
Anno: 1995
Etichetta: T&T
Autore: Mourning

Tracklist:
1. Lost
2. Everything
3. Clean Up Your Act
4. Always With You
5. Under Gods Naked Eyes
6. 1998 (The Prophecy)
7. Spirits
8. Crossed The Line
9. Live It Again
10. Spanish Inquisition

DURATA: 48:09

Nel panorama metal ci sono formazioni che hanno da sempre riscosso meno di quello che meritassero in realtà, act importanti se non fondamentali per la crescita ed evoluzione del genere in cui trovavano collocazione.
Fra l'heavy rivoluzionario dei Fates Warning e il prog aggressivo e neoclassico dei Symphony X l'anello di connessione viene rappresentato dagli olandesi Elegy.

Il power progressivo della band nata sul finire degli anni ottanta era una variante innovativa e musicalmente prepotente che riusciva a dare uno spessore elevato a un metal classico di finissima ed elaborata fattura, facendo sì che l'opera nascitura fosse qualcosa di realmente innovativo.
"Lost" è il terzo capitolo nonchè il concentrato degli sforzi e le prove fatte con i predecessori "Labyrinth Of Dreams" e "Supremacy".
Il disco vanta melodie strabordanti, un uso del synth fantastico nel creare tappeti lussurreggianti su cui le chitarre ricamano trame avvolgenti che variano dalla slanciata esecuzione in velocità al tocco di fioretto.
I brani stessi possono dividersi in due tranche: "Everything", "Clean Up Your Act", "Always With You", "Crossed The Line" e "Spanish Inquisition" esaltano l'animo ribelle, il cuore pulsante d'adrenalina che spinge all'impazzata.
Le ultime due citate sugli scudi per la prova vocale di un Eduard Hovinga stratosferico quando sale di nota e un guitarworking da capogiro capace di inserire soluzioni AOR e catchy all'interno di vere e proprie "evoluzioni" strumentali.
Gli episodi rimanenti "Under Gods Naked Eyes", la strumentale 1998 (The Prophecy) e "Live It Again" rappresentano l'altra faccia della medaglia.
Il sound si fa dolce, accattivante, il richiamo allo stile ballad e a quel tipo d'emozione che intensa scorre su per la spina dorsale creando un brivido di sottile piacere è naturale con l'eccezione di "Spirits".
La canzone in questione possiede infatti entrambe le caratteristiche delle due anime, evocatività e dinamismo a vendere, si pone a spartiacque fra l'irruenza delle prime e la sensibilità delle seconde.
I quarantotto minuti che "Lost" ci regala non si fanno mancare nulla, dalla cavalcata indiavolata agli assoli tecnicamente e sentimentalmente incastonati all'interno di ogni pezzo, un percorso che non ha pause, non vi sono attimi di stanca ma solo una strada dritta da percorrere senza mai voltarsi indietro.
Sarà anche l'ultimo dei capitoli che vedrà dietro il microfono Hovinga sostituito nel successivo "State Of Mind" da Ian Parry, personaggio alquanto dominante che porterà a una conseguente variazione sia sonora sia compositiva da parte della formazione che diverrà quasi una sua impersonificazione.
Non commetteranno passi che si possano definire falsi ma neanche riusciranno a tornare ai fasti iniziali, se non appena sfiorarli con lo stesso "State Of Mind" e il buon "Forbidden Fruit".
Chiunque segua il filone progressivo del metal "deve" ascoltare almeno una volta nella vita "Lost", uno dei capolavori bistrattati e sin troppo poco decantati da chi promuove la musica, scavare aiuta a conoscere.
Con gli Elegy e la loro discografia avrete aggiunto un tassello importante alla vostra cultura musicale.

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